Temi & Proposte

CARO BOLLETTE

Caro bollette, Brugnaro: “Dobbiamo ripensare la nostra politica energetica”

Caro bollette, Brugnaro: “Dobbiamo ripensare la nostra politica energetica”

Il caro bollette impatta su tutti.
Sulle famiglie, sulle imprese, sulle amministrazioni. E non risparmia alcun settore.
Secondo l’ultima analisi del Centro Studi della CGIA di Mestre sono a rischio blackout i settori del vetro e della ceramica, del cemento, della plastica, della produzione di laterizi, la meccanica pesante, l’alimentazione, la chimica, le acciaierie, la logistica e il commercio.
Se poi si aggiunge che al caro bollette si lega l’aumento dei prezzi dei carburanti, non se la cavano meglio l’autotrasporto, la pesca e la stessa agricoltura.

Il governo, con l’ultimo decreto del 18 febbraio 2022, ha messo in campo ben 8 miliardi di euro per contenere i costi di energia elettrica e di gas, per sostenere lo sviluppo delle energie rinnovabili e per rilanciare le politiche industriali.

“Quelle introdotte dal governo sono misure importanti – ha commentato il presidente di Coraggio Italia Luigi Brugnaro – Tuttavia queste misure dovrebbero essere accompagnate da un successivo piano energetico nazionale. Aumentare le estrazioni in Adriatico va bene, semplificare le procedure per l’installazione del fotovoltaico anche. Ma dobbiamo anche ripensare a come produrre energia, guardare senza pregiudizi al nucleare, ovviamente quello pulito, per fusione. Dobbiamo pensare all’idrogeno come utile alternativa. Dobbiamo insomma ripensare la nostra politica energetica, perché solo così potremo affrontare non solo le difficoltà del presente ma anche guardare con serenità al futuro”.

Il monito a una visione che vada oltre l’immediatezza del problema nasce anche dai dati evidenziati nell’ultima audizione in Senato da Arera, l’autorità di regolazione dei servizi pubblici per l’energia, l’acqua e i rifiuti.
Secondo quanto rilevato, infatti, nonostante dal terzo trimestre del 2021 il governo sia intervenuto per calmierare i prezzi, i risultati non sono stati corrispondenti a quanto auspicato.
Allora erano stati stanziati 1,2 miliardi di euro. Successivamente, per il quarto trimestre ne erano stati stanziati altri 3,5, ai quali ora si aggiungono gli ultimi 5,5 (in totale l’ultimo decreto ne ha messi in campo 8 ma 2,5 sono destinati al sostegno delle filiere produttive).

Tuttavia, rispetto allo scorso anno, sempre secondo i dati resi noti da Arera, nel primo trimestre 2022 l’aumento per le famiglie è stato del 131% per l’elettricità (da 20,06 centesimi a chilowattora a 46,03, incluse le imposte) e del 94% per il gas naturale (da 70,66 centesimi a metro cubo a 137,32, tasse incluse).
Per quanto riguarda i carburanti, il prezzo medio della benzina è salito a 1,835 euro al litro, quello del gasolio a 1,708 euro.

Rimani informato su questi argomenti: